La mostra prende le mosse da una domanda: come potrebbe essere un futuro senza il genere maschile?
Secondo recenti ricerche condotte da vari genetisti, il cromosoma Y – fattore determinante nella costruzione del genere di una persona – sta iniziando a deteriorarsi. Cosa potrebbe succedere quindi?
Quello però che sembra interessante è un dato, che in qualche modo sovverte secoli di storia e di narrazioni sociali, ovvero la scoperta in tempi relativamente recenti di un potere antico in mano alle donne, fin dall’età della pietra. Recentemente la rivista New Scientist ha pubblicato una scoperta da parte degli archeologi che avrebbe rivelato un aspetto importante sul ruolo della donna a partire dall’età della pietra. Secondo questa ricerca, alcune donne rivestivano ruoli importanti da governanti, guerriere, cacciatrici e sciamane. Spesso però i ritrovamenti dei reperti ossei avevano fatto pensare a corpi di individui maschi. In Spagna, vicino Siviglia, nel 2008 è stato rinvenuto il corpo di un giovane dall’opulento corredo funerario, con un lungo corno d’avorio che l’aveva reso celebre come “l’uomo d’avorio” che indusse a ipotizzare che fosse la persona più potente dell’intera isola iberica. Tredici anni dopo, a seguito di analisi condotte sulle proteine contenute nello smalto dei suoi denti, venne rivelato che l’uomo d’avorio fosse in realtà la donna d’avorio.
In questo quadro di riferimento s’inserisce la mostra Male Extinction come riscoperta di un Sé innato e selvaggio – come lo definisce la scrittrice e psicanalista junghiana Clarissa Pinkola Estés – che è stato messo fuori legge dalla cultura circostante. Ma quando le donne riaffermano il loro rapporto con la loro vita intima, che sostiene anche quella esteriore, il termine selvaggio non è da intendersi più in senso moderno – nel suo significato di “incontrollato” – ma nell’accezione di vita naturale e che descrive la forza che fonda l’anima femminile. Per questo motivo cinque artiste internazionali, invitate dal curatore Massimiliano Scuderi, elaborano i loro lavori partendo dal rapporto con lo spazio espositivo e con l’ex Lanificio, sito dell’Unesco, stratificato di storie ed eventi.
In particolare, Eva Gold, scultrice e artista multidisciplinare di Manchester, con base a Londra, affronta temi sottili come l’ambiguità, la coercizione e i sistemi di potere. Miranda Secondari, performer, realizza con il suo corpo architetture che nascono dalle specifiche caratteristiche dei luoghi, attraverso movenze quotidiane, spesso reiterate, accompagnate da sonorità corporee e automatismi che costruiscono vere e proprie visioni. Caterina De Nicola è interessata all’idea di glitch e spesso utilizza oggetti trovati e simboli per mettere in discussione l’essenza stessa della forma, del significato e del gusto estetico. Sitara Abuzar Ghaznawi, artista di origine afghana, realizza opere in forma di scatole corneliane in cui espone vere e proprie narrazioni con oggetti quotidiani in cui si può ravvedere una coscienza di classe. L’opera Male Extiction, che dà il titolo anche alla mostra, allude a un mondo spopolato di uomini cisgender. Nora Aurrekoextea, artista basca, crea spazi relazionali attraverso oggetti e corpi che costruiscono architetture instabili. Il suo processo creativo prende le mosse da inaspettati eventi della vita, da un feticcio, da un’intuizione, sviluppando l’opera attraverso la sua materialità e forma. (MS)
Leggi meno
La mostra prende le mosse da una domanda: come potrebbe essere un futuro senza il genere maschile?
Secondo recenti ricerche condotte da vari genetisti, il cromosoma Y – fattore determinante nella costruzione del genere di una persona – sta iniziando a deteriorarsi. Cosa potrebbe succedere quindi?
Quello però che sembra interessante è un dato, che in qualche modo sovverte secoli di storia e di narrazioni sociali, ovvero la scoperta in tempi relativamente recenti di un potere antico in mano alle donne, fin dall’età della pietra. Recentemente la rivista New Scientist ha pubblicato una scoperta da parte degli archeologi che avrebbe rivelato un aspetto importante sul ruolo della donna a partire dall’età della pietra. Secondo questa ricerca, alcune donne rivestivano ruoli importanti da governanti, guerriere, cacciatrici e sciamane. Spesso però i ritrovamenti dei reperti ossei avevano fatto pensare a corpi di individui maschi. In...
Leggi altro