Salvatore Emblema nasce a Terzigno (Napoli) nel 1929. Dopo aver frequentato l’istituto d’arte e la Scuola del Corallo di Torre del Greco, la sua ricerca prende avvio a Roma, dove si trasferisce nel 1948, portando con sé i primi lavori: collages di foglie disseccate (“fullografie”) il cui successo gli aprirà le porte dei circoli artistici di via del Babuino. Nel corso degli anni Cinquanta sperimenta nuovi materiali, passando dalle foglie alle pietre e alle terre vulcaniche, che compariranno nelle opere esposte nelle prime personali, a cominciare da quella del 1956 presso la Galleria San Marco. Nello stesso anno si reca negli Stati Uniti dove intraprende un percorso di studio e di comprensione profonda delle proprie esigenze creative. Conosce gli artisti della School rimanendo colpito, soprattutto, dalla ricerca di Mark Rothko. Agli inizi degli anni Sessanta vive tra Roma e Napoli. Lavora come scenografo a Cinecittà realizzando interni per numerosi film, tra i quali La strada di Federico Fellini. Nasce in quegli anni una serie di opere caratterizzate da una profonda istanza materica. Nella seconda metà del decennio vedono la luce le prime “tele nude”, incorniciate da fasce di colore. Lo spazio reale e quello pittorico coesistono in una matrice unica e si esaltano l’un l’altro. È un ulteriore passo verso quella che sarà la sua conquista più personale: la “Trasparenza”, canonizzata da Giulio Carlo Argan nel 1979. Le tele “detessute”, come le definisce Palma Bucarelli, sono l’oggetto di numerose esposizioni durante tutto il corso degli anni Settanta. Quel grande fermento creativo culmina nel 1979 con due importanti esposizioni: a Ferrara, al Palazzo dei Diamanti, e a Napoli alla Villa Pignatelli. Nel 1980 e nel 1982 partecipa alla Biennale di Venezia. Gli anni Ottanta segnano altre importanti tappe. Un suo autoritratto sul tema della trasparenza è scelto da Argan per la collezione degli Uffizi di Firenze, tiene personali alla galleria comunale di Cesena (1981) e al Palazzo Reale di Napoli (1985). Nel 1982 tiene una mostra al Museo Bojmans di Rotterdam, dedicata al suo lavoro ambientale. Negli anni la pittura di Emblema è andata acquistando in scioltezza, agilità compositiva e urgenza di esecuzione: il rapporto tra la luce, la materia e gli elementi fondanti della pittura si è sviluppato per semplificazioni successive, secondo le regole di una “matematica emotiva”, definizione proposta dal critico israeliano Amnon Barzel.
Read less
Salvatore Emblema nasce a Terzigno (Napoli) nel 1929. Dopo aver frequentato l’istituto d’arte e la Scuola del Corallo di Torre del Greco, la sua ricerca prende avvio a Roma, dove si trasferisce nel 1948, portando con sé i primi lavori: collages di foglie disseccate (“fullografie”) il cui successo gli aprirà le porte dei circoli artistici di via del Babuino. Nel corso degli anni Cinquanta sperimenta nuovi materiali, passando dalle foglie alle pietre e alle terre vulcaniche, che compariranno nelle opere esposte nelle prime personali, a cominciare da quella del 1956 presso la Galleria San Marco. Nello stesso anno si reca negli Stati Uniti dove intraprende un percorso di studio e di comprensione profonda delle proprie esigenze creative. Conosce gli artisti della School rimanendo colpito, soprattutto, dalla ricerca di Mark Rothko. Agli inizi degli anni Sessanta vive tra Roma e Napoli. Lavora come scenografo a Cinecittà realizzando interni per numerosi film, tra i quali La strada di Federico Fellini. Nasce in...
Read more
WORKS
SENZA TITOLO / UNTITLED, 1977
180 x 110, terre colorate su tele di juta sovrapposte
SENZA TITOLO / UNTITLED, 1980
60 x 50,5, terre colorate su tele di juta sovrapposte
SENZA TITOLO / UNTITLED, 1979
200 x 150, terre colorate su tele di juta detessute e sovrapposte
SENZA TITOLO / UNTITLED, 1969-70
170 x 150, terre colorate su tela di juta
SENZA TITOLO / UNTITLED, 1978
150 x 150, terre colorate su tele di juta detessute e sovrapposte
SENZA TITOLO / UNTITLED, 1979
150 x 150, terre colorate su tele di juta detessute e sovrapposte
SENZA TITOLO / UNTITLED, 1978
150 x 150, terre colorate su tele di juta detessute e sovrapposte
SENZA TITOLO / UNTITLED, 1981
150 x 150, terre colorate su tela di juta
SENZA TITOLO / UNTITLED, 1966
130 x 100, terre colorate su tela di juta
SENZA TITOLO / UNTITLED, 1970
150 x 130, terre colorate su tela di juta detessuta
SENZA TITOLO / UNTITLED, 1978
130 x 100, terre colorate su tele di juta detessute e sovrapposte
SENZA TITOLO / UNTITLED, 1979
90 x 65, terre colorate su tele di juta detessute e sovrapposte
SENZA TITOLO / UNTITLED, 1977-78
90 x 70, tela di juta detessuta
SENZA TITOLO / UNTITLED, 1983
100 x 90, terre colorate e cuciture su tele di juta sovrapposte e detessute
SENZA TITOLO / UNTITLED, 1971
90 x 70, terre colorate su tela di juta
SENZA TITOLO / UNTITLED, 1968
100 x 90, terre colorate su tela di juta
SENZA TITOLO / UNTITLED, 1970
85 x 100, terre colorate su tela di juta
SENZA TITOLO / UNTITLED, 1982
200 x 130, terre colorate e cuciture su tele di juta sovrapposte
SENZA TITOLO / UNTITLED, 1982
200 x 130, terre colorate su tele di juta sovrapposte e detessute
SOLITO
The SOLITO formula includes the re-launch in a new guise of the brand, a small holding company that manages three exhibition spaces, a digital platform and the historic publishing house iemme.